L’ associazione culturale A Zeza, prende il nome dal personaggio di Lucrezia di cui ne è il dimutivo, moglie di Pulcinella, in una rappresentazione, che avveniva nei cortili dei palazzi, nelle strade, nelle osterie, nelle piazze;
La Zeza rappresentazione
La rappresentazione, era più un usanza, e avveniva senza palco, alla luce di torce a vento, da parte di attori occasionali, che si facevano annunciare a suono di tamburo o di fischietto, aveva come personaggi oltre Lucrezia e Pulcinella, la loro figlia Tolla e Don Nicola (suo futuro marito).
Zeza usanza storia borbonica
L’antica usanza, risale all’epoca della Napoli Borbonica, andava in scena spesso anche nella nostra Penisola Sorrentina, durante il periodo carnevalesco;
La Zeza rappresentava la storia delle nozze tra Don Nicola e Tolla contrastate da Pulcinella, che teme di essere disonorato ed è inconsciamente geloso, e sostenute da Lucrezia che vuol far accasare la figlia, anche all’insaputa del marito.
Lucrezia e Pulcinella
Pulcinella, padre severo che impedisce ogni vita sociale della figlia, sorprende gli innamorati e reagisce violentemente, ma viene punito e costretto a rassegnarsi a Don Nicola.
Quest’usanza / rappresentazione, termina agli inizi del nostro secolo, anche perchè dalla metà dell’ottocento, fu vietata nelle piazze, per le mordaci allusioni e per le parole troppo licenziose.
Rappresentazione Zeza in penisola sorrentina
In penisola il corteo dei commedianti partiva da Meta, e dopo aver fatto tappa in vari punti, giungeva nella Piazza del Castello a Sorrento, l’attuale Piazza Tasso.
Il corteo era preceduto dal suono della tofa, una grossa conchiglia forata all’estremità che emetteva un suono penetrante; Altra particolarità era che il nostro Pulcinella non indossava la maschera e il coppolone ma un lungo cono di cartone rivestito di coriandoli.